
A Taranto si è presentata ufficialmente la prima candidata sindaco creata con l’intelligenza artificiale: Anna Luce D’Amico.
Non è fantascienza, ma una provocazione culturale lanciata da un gruppo di attivisti che vogliono porre una domanda scomoda e potente: è possibile che un algoritmo venga percepito come più onesto, competente e imparziale della politica reale?
Il messaggio è chiaro: la distanza tra cittadini e politica è sempre più ampia, e se un’IA riesce a colmare (anche solo simbolicamente) questo vuoto, è il momento di interrogarci sul modello amministrativo e umano che vogliamo.
Come amministratore comunale e come persona da sempre attenta all’innovazione, sento forte il bisogno di una riflessione:
La tecnologia può (e deve) migliorare la politica, ma non sostituirla.
L’IA è un alleato prezioso per rendere l’amministrazione più efficiente, trasparente e vicina. Ma la vera leadership resta fatta di ascolto, presenza, empatia e responsabilità.
Il futuro della pubblica amministrazione deve coniugare innovazione e umanità.
Questa iniziativa, per quanto provocatoria, ci offre l’occasione di riscoprire il senso autentico del servizio pubblico: essere al fianco delle persone, capirne i bisogni reali e costruire soluzioni concrete.
Non abbiamo bisogno di un’intelligenza artificiale per governare le nostre città quello é uno strumento.
Abbiamo bisogno di più intelligenza umana, visione e cuore.